Il lagrein

Il Lagrein è il vitigno a bacca rossa più caratteristico e pregiato dell’Alto Adige e si divide la corona di re con la Schiava: proprio come la Schiava un tempo era principalmente prodotto nella versione rosato, ossia il Lagrein Kretzer.
La storia di questo nobile vino è affascinante: alcuni sostenevano che provenisse dalla Vallagarina più a sud, ipotesi avvalorata dalla somiglianza del nome.
Altri propendevano per una discendenza greca, con un classico passaggio dalla città di Lagaria, in Magna Grecia, fin su alle Alpi del nord: non a caso Lagaritanos era il vino prodotto in questa antica città.
E per quanto siano intriganti queste ipotesi, l’origine del Lagrein è da ricercare in Francia, nella Borgogna: infatti anche il Lagrein, secondo le ultime ricerche ampelografiche e genetiche, è figlio del Pinot Nero, a sua volta padre anche del Teroldego. Quindi Teroldego e Lagrein discendono dallo stesso ceppo, e molte sono le somiglianze tra i due grandi vitigni rossi del Trentino Alto Adige.
Fino al XVIII secolo con “Lagrein” di solito si indicava un Lagrein bianco, probabilmente fin dal Medioevo la più importante varietà della zona.
Il Lagrein Rosso, “rot lagrein”, trova la prima nominazione nel programma tirolese di Michael Gaismair del 1525.
A lungo dimenticato e destinato a uso locale, oggi il Lagrein è considerato uno dei più grandi vitigni autoctoni dell’Alto Adige, conosciuto e apprezzato anche dai non addetti ai lavori.
Seppure la sua origine risulti ancora incerta, questo vitigno è storicamente legato all’Alto Adige: viene citato già nel XI secolo in un editto che fissa le norme della vendemmia riservate ai monaci del convento di Gries, nelle aree intorno a Bolzano.
Negli ultimi decenni si sono fatte notare per la qualità della produzione anche le zone orientali di Bolzano (Piani e Rencio) e quelle di Ora (Auer).
Soltanto dagli anni 1990 il vino Lagrein viene commercializzato come vino rosso in purezza “Dunkel”, con 25.000 ettolitri di vino, rispetto ai 3.200 ettolitri come rosato “Kretzer”.
Il vitigno Lagrein è anche conosciuto sotto il nome Blauer Lagrain, Burgundi Lagrein, Lagrain, Lagrino e Lagroin.
Con le moderne analisi del DNA, sono stati identificati due principali biotipi di Lagrein, che si distinguono per la diversa forma e dimensione del grappolo: il Lagrein a grappolo corto e il Lagrein a grappolo lungo.
Il biotipo a grappolo corto è più vigoroso di quello a grappolo lungo, ma è più sensibile all’acinellatura, con basse rese produttive, soprattutto quando le condizioni climatiche sono poco favorevoli.
Per anni oscurato dal primato dei grandi e profumatissimi vini bianchi altoatesini, il Lagrein era relegato alla semplice e beverina versione rosata, Ktretzer, consumata principalmente nelle osterie della regione.
Oggi, grazie alla ricerca e al lavoro dei produttori, ma anche in conseguenza di un cambiamento di gusto avvenuto sui mercati, le cose sono cambiate, ed il Lagrein vinificato in purezza e in rosso, Dunkel, si è raffinato, ingentilito, ma soprattutto impreziosito.
È proprio nella piana di Bolzano che il Lagrein trova il suo habitat ideale: terreni morenici, alluvionali profondi, ricchi di ghiaia e sabbia, qui le grandi escursioni termiche in inverno e le temperature più calde in estate permettono al Lagrein di sviluppare tutti i suoi aromi e di raggiungere una perfetta maturazione.
Il vitigno ha acini dimensione media, di forma ovoidale, con buccia  pruinosa e spessa, di colore blu-nera; il grappolo ha una dimensione media con forma tendente al piramidale.
Gli impianti moderni di Lagrein non sono più allevati a pergola, ma a contro spalliera con sesti d’impianto più fitti e produzioni molto inferiori per singolo ceppo rispetto al passato.
È cambiato addirittura il disciplinare di produzione che denomina ora con il termine Lagrein solo il vino rosso, mentre per l’altro ricorre alla specifica Rosato/Kretzer.
Oggi le migliori interpretazioni di Lagrein Dunkel si presentano come vini di struttura piena, equilibrati, con tannini vigorosi, addolciti da un passaggio in botti di legno e una contenuta acidità.
Il bouquet è ricco di note speziate e aromi di frutti di bosco, ciliegie e viole.
Si può trovare anche la versione Riserva, messa in commercio dopo minimo due anni di affinamento in botti di rovere.
L’abbinamento con la cucina altoatesina può sembrare scontato ma, come spesso accade, è tra i meglio riusciti: ottimo sulla selvaggina come il capriolo, magari arricchito da una salsa ai mirtilli o al ginepro.
I Lagrein più invecchiati possono sostenere anche aromaticità più complesse come quelle dei funghi e l’affumicatura dello speck.
Il Lagrein Kretzer invece è ottimo sui tipici spätzle di spinaci, sui wurstel con i crauti, ma anche in abbinamento a pesci affumicati.
Il miglior modo per conoscere al meglio questo vitigno e questi vini è percorrere la weinstrasse, la strada del vino che si sviluppa tra i vigneti, disegnando percorsi naturalistici tra paesini, castelli e frutteti, dove è possibile assaggiare i migliori Lagrein prodotti in Italia nelle tipiche vinerie e nei numerosi shop delle cantine a bordo strada.

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