La DOC Vesuvio

Fra le tante denominazioni di origine della Campania enologica, troviamo forse quella più evocativa e particolare: la DOC VESUVIO.
I vigneti della denominazione Vesuvio DOC si trovano sulle pendici del vulcano, ancora attivo, subito ad est di Napoli.
Per anni i vini di questa zona sono stati considerati di bassa qualità ma, grazie all’impegno dei viticoltori più lungimiranti, la qualità è migliorata e i vini sono cresciuti in termini di popolarità.
Grazie anche a queste scelte, la zona vinicola del Vesuvio ha ottenuto lo status di DOC nel 1983.
I vini della Vesuvio DOC possono essere prodotti in diverse tipologie: rosso, bianco, rosato, spumante e liquoroso, questo sia in versione secco che dolce.
Come previsto dal Disciplinare, il vino bianco deve essere ottenuto per un minimo del 35-80% da uve del vitigno Coda di Volpe ,una varietà derivata dagli antichi vitigni romani della Campania Felix e il cui lungo grappolo ricorda la coda di una volpe, e/o Verdeca; il restante 20% comprende uve Falanghina o Greco.
La versione liquorosa è ottenuta dalla stessa miscela.
Il rosé e il vino rosso devono includere almeno l’80 per cento di Piedirosso, vitigno localmente noto come Per’e Palummo, o Palombina, una varietà di vite chiamata così per via delle nodose basi rosse delle viti e la loro somiglianza con i piedi rossi di una colomba nativa, e/o Sciascinoso, localmente noto come Olivella.
Non Il quantitativo di Piedirosso deve essere non meno del 50%, e il restante 20% può essere costituito da uve del vitigno Aglianico.
I vini bianchi e rosati sono di solito prodotti per il consumo immediato, mentre i rossi godono di una maggiore predisposizione alla longevità.
I vini rossi presentano una gamma di aromi affumicati e minerali, derivati ​​dal terreno vulcanico su cui vengono coltivate le uve.
Inoltre possono essere accompagnati da note di prugne, lamponi e ciliegie, avvolti in spezie come la cannella e il pepe bianco.

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