Château Mouton Rothschild mostra in anteprima l’etichetta dell’annata 2018!!

L’ultima annata di questo “Premier Cru Classé” bordolese è sempre molto attesa, non solo per il prezioso vino contenuto nelle cassette, ma anche per il piacere estetico della sua etichetta, disegnata ogni anno da un artista diverso. Questa volta, la tenuta ha chiamato i colori sino-francesi per abbellire la sua bottiglia, incaricando l’artista e scultore contemporaneo Xu Bing per il prestigioso compito.

Nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale, Château Mouton-Rothschild ha decorato le sue bottiglie con una V per la vittoria, e da allora ha continuato a dimostrare il suo stretto rapporto con il mondo dell’arte. Questa distinta proprietà di Bordeaux, uno dei Premiers Crus Classés della regione, conferisce la creazione di un’etichetta per ogni annata a un artista selezionato con cura; qualcuno che sentono possa essere ispirato dal vintage per creare un pezzo che lo rappresenti. È la cultura cinese al centro della scena nel design dell’etichetta 2018. I proprietari del castello, Philippe Sereys de Rothschild, Camille Sereys de Rothschild e Julien de Beaumarchais de Rothschild, hanno scelto di collaborare con l’artista e scrittore cinese Xu Bing. Nato a metà degli anni ’50, Bing ha conseguito una laurea in stampa presso la Central Academy of Fine Art di Pekin e si è subito visto attratto dall’arte della calligrafia. Scegliendo l’arte visiva delle lettere come suo principale percorso creativo, il lavoro di Bing è stato esposto in istituzioni di fama mondiale come il MOMA, il New York Metropolitan Museum of Art, il British Museum e la Arthur M. Sackler Gallery di Washington D.C. Lavorando all’intersezione espressiva tra linguaggio e arte visiva, i pezzi di Bing mettono in risalto la complessità e la profondità del lettering in modo quasi giocoso. A prima vista, il design dell’etichetta ricorda i classici caratteri cinesi con le loro pennellate in picchiata e le linee intricate. Eppure, guardando più da vicino, si scopre che si tratta in realtà di lettere latine che compongono il nome del castello. C’è una ricchezza poetica in questa “calligrafia a parole quadrate”; ci attira con la sua maestria artigianale e poi ci fa riflettere due volte.
C’è molto da dire sul progetto della tenuta di Pauillac, che coglie ogni anno l’opportunità di collocare il suo vino in un contesto interculturale che si estende molto, ben oltre i suoi vigneti. L’illustrazione del 2018 dovrebbe deliziare i collezionisti tanto quanto l’annata stessa. Il frutto di un’annata eccezionale ha dato vita a un’annata dal colore intenso, densa di struttura e vellutata al palato. Un anno promettente impreziosito da un’etichetta che, all’apparenza semplice, invita a riconsiderare le prime impressioni.

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