Il Primitivo, vitigno principe della Puglia …

Il Primitivo è un vitigno a bacca nera diffuso in Italia a sud dall’Abruzzo fino alla Basilicata e alla Campania. Il Primitivo trova però in Puglia, soprattutto nella zona di Manduria, il suo territorio di elezione. Negli anni ’90 il Primitivo era la nona varietà italiana di vite da vini per superficie vitata, con 17.000 ettari.
Il Primitivo registra una singolare somiglianza con il vitigno Zinfandel della California. Test del DNA e approfondite ricerche storiche hanno confermato questa origine comune. Le origini del Primitivo sono incerte, ma si ritiene che il vitigno sia di provenienza dalmata e che sia stato portato in Puglia più di 2000 anni fa dall’antico popolo degli Illiri. Il suo nome deriva sicuramente dalla precocità di maturazione delle uve.
Nel 1700 don Francesco Filippi Indelicati, prete di Gioia del Colle notò che un vitigno a bacca rossa maturava molto prima degli altri, già verso la metà di Agosto. Questo vitigno era chiamato in dialetto locale ”Zagarese” ma venne rinominato con il termine “Primitivo” dal latino “Primativus” appunto per la sua maturazione precoce. Il Primitivo si diffuse in seguito da Gioia del Colle alle odierne province di Lecce e Taranto e quindi nel Salento. Dal punto di vista agronomico, il Primitivo è un vitigno piuttosto esigente, vista la sua sensibilità sia ai lunghi periodi di siccità che all’eccessiva umidità. I suoi acini di colore blu scuro e ricchi di pruina, hanno dimension犀利士5mg
e media e sono estremamente vicini tra loro, in un grappolo molto compatto. L’umidità, restando intrappolata tra gli acini, può determinare il formarsi di muffe, pertanto il Primitivo necessita di un clima secco e caldo, con piogge intense ma brevi in modo che l’acino possa asciugarsi in tempi brevi e restare asciutto e sano. Il Primitivo viene spesso allevato ad alberello, che garantisce una produzione molto bassa ma di estrema qualità. E’ una vite che tende ad essere molto longeva ed è possibile trovarne anche di età superiore a 80 anni, ancora su piede franco. Le caratteristiche di intensità e di corpo dei vini ottenuti dal Primitivo, unitamente alla sua alta produttività (anche se non molto costante) hanno fatto si che in passato fossero utilizzati soprattutto come vini da taglio. Soltanto in tempi più recenti, lavorando sulla riduzione delle rese, ritornando alle forme di allevamento tradizionale (alberello pugliese) ed utilizzando tecniche di vinificazione più accurate, il Primitivo ha portato a prodotti veramente notevoli che ne hanno determinato la riscoperta da parte del grande pubblico. Il Primitivo così prodotto ha generalmente un colore rubino intenso e profondo, con sfumature violacee che tendono al granato con l’invecchiamento. Il profumo è di frutti rossi come amarena, more, prugne, con in più note floreali di viola. L’affinamento in legno gli dona sentori speziati, tra i quali troviamo cannella, cacao, pepe nero e liquirizia. Al palato è caldo, pieno ed avvolgente, con tannini delicati e dotato di buona persistenza.
l vitigno Primitivo è uno dei  Vitigni locali a Bacca nera presenti principalmente nelle regioni Puglia e registrato ufficialmente nel Catalogo nazionale varietà di vite dal 1970. La sua superficie coltivata a livello nazionale ammonta a 12.200 ha.

 

Ogni vitigno viene caratterizzato tramite dei descrittori ampelografici che definiscono l’aspetto dei suoi principali elementi.
Il vitigno Primitivo ha foglia media, foglia pentagonale e foglia pentalobata, il grappolo compatto, medio, cilindrico e conico e gli acini sono di media dimensione, a forma sferoidali, con buccia molto pruinosa di medio spessore di colore blu-nera.
Il vino prodotto prodotti da uve Primitivo è di colore rosso rubino intenso, al palato è caldo, speziato, fruttato, tannico.

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