Il teroldego

Il Teroldego è il vitigno a bacca rossa principale del Trentino, un vino nobile e sontuoso, dotato di eleganza e ottima propensione all’invecchiamento, polpa e grande spessore.
Ha trovato il suo habitat particolarmente favorevole nella grande area pianeggiante denominata Campo Rotaliano, un fazzoletto di pianura circondata dalle Dolomiti, dove trova condizioni uniche, in particolare nei comuni di Mezzacorona, Mezzolombardo e la frazione di Grumo nel comune di San Michele all’Adige.
Da qualche tempo la sua coltivazione si va estendendo anche ad altre zone, anche se, essendo il Teroldego una varietà sensibile alle condizioni pedoclimatiche, sembra svilupparsi e dare risultati eccellenti solo nella sua zona d’origine. Qui infatti si realizzano delle condizioni perfette: le pareti rocciose delle montagne proteggono le viti dai venti freddi provenienti da Nord, mentre accumulano calore che rilasciano sui vigneti. Le brezze che scendono dalla Val di Non asciugano le piante, mantenendo sana la vegetazione.
Il Teroldego predilige i suoli ben drenati e ricchi di minerali: nella Piana il terreno è costituito dai sassi calcarei, granitici e porfirici portati a valle dal fiume Noce; matura tra la metà di settembre e gli inizi di ottobre e viene allevato con la classica pergola trentina.
Questo vitigno, di antiche origini, pare sia arrivato in Trentino dal veronese, zona Valpolicella del lago di Garda dove era conosciuto come Tirodola, dal sistema di impianto con tutori denominati tirelle.
Alcuni ritengono che il nome Teroldego derivi invece da “Tiroler Gold“, avvalorando quindi un’origine tirolese per questo vitigno. E’ certo, tuttavia, che l’origine del nome derivi da un toponimo: infatti esiste la località Teroldeghe, del comune di Mezzolombardo e il vino risulta menzionato in numerosi atti notarili già a partire dal 1480.
La genealogia del Teroldego è complessa e ancora non del tutto chiarita: dagli studi sul suo DNA è emerso che assieme alla Schiava Gentile è parente di Lagrein e Marzemino e cugino del Dureza, a sua volta parente del Syrah.
Inoltre, è stato utilizzato da Rebo Rigotti nell’incrocio con il Merlot, da cui è originato il Rebo.
Il vitigno Teroldego è caratterizzato da un’elevata produttività, cosa che richiede un rigoroso controllo della resa se si vogliono ottenere vini di qualità.
L’acino è di media grandezza, rotondo, con buccia di colore nero bluastro, spessa, coriacea e molto pruinosa.
Il Teroldego Rotaliano è vino DOC dal 1971: perché possa rivendicare la DOC, l’uva Teroldego, in purezza, deve essere coltivata in una parte specifica della Piana Rotaliana, a Mezzolombardo, Mezzocorona o a Grumo (frazione di San Michele all’Adige).
Dal punto di vista organolettico, i vini ottenuti dal Teroldego vinificato in purezza hanno colore scuro, denso e fitto. I loro profumi sono fruttati, di ciliegia matura, mirtilli e frutti di bosco a cui fanno da spalla spezie dolci, cacao, pepe e note balsamiche come china, liquirizia e rabarbaro, tipiche dei vitigni spiccatamente tannici. Al palato i vini sono caldi ed ampi, dotati di buona struttura e intensità, sostenuti da una buona acidità.
Il Teroldego come vino giovane e semplice è adatto ad accompagnare lasagne al forno o tagliatelle al ragù. Se invece è strutturato e ha qualche anno di invecchiamento, si abbina alla carne alla griglia in generale e a qualche piatto di selvaggina, costine con salsa bbq, hamburger con Brie fuso.
Nella versione rosè, si abbina bene a sushi o frutti di mare.

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