La viticoltura in Sicilia … tra greci, romani e bizzantini !!!

La Sicilia è un territorio ricco di storia, arte e cultura, ma anche una regione con profonde e antiche tradizioni vinicole; oltre ad incantare il visitatore con le innumerevoli bellezze naturali e con i suoi profumi, colpisce anche per la varietà della cucina e con il fascino dei suoi vini.
In Sicilia nascono vini dalla lunga storia come il Marsala, ma anche profumati vini da dessert come il Passito di Pantelleria e la Malvasia delle Lipari, senza dimenticare il Moscato di Noto e di Siracusa, robusti vini rossi e interessanti vini bianchi.
Questi e molti altri vini sono gli artefici della rinascita enologica della Sicilia e hanno reso celebri anche le uve con cui sono prodotti, come il Grillo, Catarratto, Inzolia, Zibibbo, Malvasia e Nero d’Avola.
Si ritiene che la vite crescesse spontaneamente in Sicilia prima ancora della comparsa dell’uomo sulla Terra, come dimostrano i vinaccioli fossili ritrovati alle falde dell’Etna e nelle Isole Eolie, e che fin dal XII secolo a. C. il consumo di vino fosse diffuso presso le popolazioni che abitavano la Sicilia durante l’età del Bronzo.
Molte varietà di vite, oggi considerate autoctone, vi furono introdotte dai Fenici.
La viticoltura propriamente detta fu introdotta nell’isola dai Greci che introdussero le tecniche di potatura, la coltura ad alberello e la selezione varietale, dapprima sconosciute nell’isola.
Ai tempi dell’Impero Romano i vini della Sicilia erano già fra i più famosi del mondo antico, largamente esportati e molto apprezzati in ogni luogo: uno dei vini dolci Siciliani più celebri era il Mamertino.
In epoche successive gli insediamenti monastici svolsero un ruolo fondamentale per lo sviluppo moderno dell’enologia: con il dominio Bizantino più della metà delle terre della Sicilia diventarono proprietà di comunità religiose, per le quali la vite e il vino era essenziale per la celebrazione della messa.
Durante il dominio Arabo la produzione di vino nell’isola subì un declino; durante il periodo Borbonico si produceva soprattutto vino ad alta gradazione alcolica, destinato al taglio.
Nel 1773 un giovane Inglese, John Woodhouse contribuì alla nascita di uno dei vini più celebri e importanti d’Italia, il Marsala, destinato a competere sul mercato dei vini “da viaggio” con gli allora incontrastati Jerez e Porto.
Nel 1881 la fillossera decimò i vigneti e nel 1888 la rottura dell’accordo commerciale con la Francia determinò un forte calo nell’esportazione.
Il ripristino dei vigneti fu completato solamente durante gli anni 1950, quando però il mercato era cambiato e la richiesta di vini da taglio molto diminuita.
Durante gli anni 1970 iniziò infine il nuovo sviluppo dell’enologia Siciliana verso i risultati visibili ai giorni nostri. Oggi i vini dell’isola sono affermati in tutto il mondo, dalla rinascita del  Marsala alla rivalutazione del ricco e locale patrimonio di uve.

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