Le varietà bianche del Piemonte: l’Arneis

Continua il nostro viaggio nel mondo vitivinicolo piemontese, questa volta andando alla ricerca di grandi vini prodotti a partire da uve bianche della regione.
Fra questi, l’Arneis  è un vitigno a bacca bianca originario del Roero, fa parte della famiglia delle Bianchette, presenti infatti anche in Liguria e Piemonte, ed il nome fa chiaro riferimento al colore della bacca: le prime citazioni che lo riguardano risalirebbero alla seconda metà del XIX secolo, indicato coi nomi Bianchetta o Nebbiolo Bianco.
Un’altra interpretazione circa l’origine del nome, pare derivare dal dialettale cuneese corrispondente ad “arnese”, cioè carabattola, oggetto da poco; questo perché tradizionalmente l’arneis era coltivato attorno alle ben più pregiate viti di nebbiolo.
Esiste anche un riferimento al nome dell’antico vitigno del bric Arneiso (o Reneiso), situato nella regione del feudo del leggendario signore Crispino di Arneis (in francese detto Crispin d’Arnes) nei pressi di Canale, in provincia di Cuneo.
Il vitigno Arneis è coltivato e conosciuto fin dal 1400 nel Roero, tanto che per secoli è stato sinonimo di vino bianco assieme al Moscato, e con questo ne ha condiviso le sorti, venendo vinificato in purezza oppure trasformato anche in Vermut.
Ma a causa della sua difficoltà nell’essere domato, ed alla scarsa resa, era sul punto di estinguersi nei primi anni del 1900, quando venne sradicato a favore di vitigni più generosi e semplici da coltivare, come lo Chardonnay.
Negli anni Sessanta la coltivazione era ridotta a pochi filari, solitamente impiantati per proteggere colture più pregiate dagli uccelli, attirati dagli acini più dolci e dalla maturazione precoce.
L’intuizione di alcuni imprenditori del territorio, che ne hanno riconosciuto le grandi qualità organolettiche, ha permesso a partire dagli anni Settanta, il reimpianto e l’ampliamento di interi vigneti completamente dedicati all’arneis, grazie all’impegno appunto dei vignaioli del Roero, che credettero molto in questo vino dalle spiccate doti aromatiche.
A livello ampelografico, è un vitigno difficile e ribelle da coltivare, matura tardi ed ha una bassa acidità, quindi non è così semplice trovate la giusta maturazione zuccherina e polifenolica durante la vendemmia; inoltre, pone dei problemi colturali non trascurabili, essendo sensibile alle muffe e, nelle stagioni calde, lotta per mantenere livelli accettabili di acidità.
Al di fuori del Roero, vini Arneis varietali sono prodotti nelle colline delle Langhe immediatamente a sud, e nelle Terre Alfieri a nord-est vicino ad Asti.
Un minimo di altitudine, 200-250 metri sul livello del mare e suoli pesanti a base di argille e gesso sono l’habitat naturale per stimolare l’acidità nelle uve, che altrimenti rischierebbero di generare vini molto pesanti e poco dinamici.
Il vino prodotto da uve arneis ha un carattere unico, riconoscibile, e si caratterizza per un’eleganza cristallina.
Spesso è affinato in acciaio, poiché il legno tende a mortificare la sua vivacità, appiattendo quelle che sono principalmente doti di piacevolezza e immediatezza.
I vini sono caratterizzati da note floreali e da aromi delicati, che contrastano con un corpo relativamente pieno, e le altre note più fruttate, tipicamente di pera e albicocca, arrotondate con una leggera nota di nocciola.
Viene utilizzato nella produzione del Langhe DOC, con menzione del vitigno se presente almeno per l’85%, nel Roero Arneis DOCG in purezza, sia per la versione ferma, corposa e secca che per quella spumante (metodo classico e Charmat). È inoltre utilizzato in piccola quantità nella produzione del Roero, e nel Terre Alfieri Arneis Doc.

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