Lo sapevi qual è la differenza tra vino biologico, naturale e vegan??

Il ritorno alla natura, al sano, il richiamo alla terra è sempre più forte, e negli ultimi anni il trend è proprio questo, la ricerca di un prodotto di qualità, ma che sia rispettoso dell’ambiente.
Per gli amanti dei prodotti genuini in ambito enologico si possono distinguere prodotti di grande qualità come i vini biologici, naturali, e la nuova frontiera vegan.
La produzione del vino biologico si caratterizza per una predisposizione alla produzione sostenibile, priva di aggiunte chimiche o processi aggressivi.
L’introduzione della dicitura vino biologico sul mercato comunitario è piuttosto recente, e in particolare modo, il legislatore europeo ha espresso la volontà di regolamentare il settore con diversi regolamenti.
Le caratteristiche principali del vino biologico sono due:
  • divieto totale all’uso di agenti chimici nella coltivazione dell’uva,
  • divieto parziale all’uso di agenti chimici nella fase di produzione (limitato ai soli solfiti).
La tematica dei vini naturali è da qualche anno oggetto di confronto acceso tra esperti enoici e semplici estimatori. La differenza tra vino naturale e vino biologico è molto labile, ma esiste. Un punto in comune di questi due prodotti è quello di ridurre l’apporto di sostanze chimiche di sintesi e l’intervento da parte dell’uomo.
In linea di massima, quando si parla di vini naturali, sono alcuni i termini di produzione che vengono generalmente accettati da quasi tutti i produttori:
  • produzione indipendente e non sottoposta a vincoli di sub-proprietà,
  • bassa resa dei vitigni (inferiore agli 80 quintali/ettaro),
  • raccolta delle uve manuale, senza l’ausilio di strumenti meccanici,
  • utilizzo dei lieviti limitato a quelli presenti in loco (no lieviti chimici) e no all’intervento nel processo fermentativo,
  • nessun aggiustamento di acidità,
  • nessun aggiustamento degli zuccheri,
  • nessun intervento di micro-ossigenazione o di osmosi inversa.
Sui solfiti la posizione è proprio netta, la loro presenza è generalmente tollerata anche nei vini naturali, sebbene in quantità minime (<30 mg/l), anche se i produttori più integralisti rifiutano l’uso dei solfiti e di qualsiasi intervento esterno nel processo produttivo e fermentativo, limitandosi a mettere in botte prima e in bottiglia poi unicamente il frutto della spremitura delle uve.
In questa escalation di prodotti biologici, naturali, nel massimo rispetto dell’ambiente, non può mancare il vino vegan con la sua filosofia cruelty free. Ma come è possibile che un vino possa contenere componenti animali?
Pare non si tratti di una diceria o di una leggenda metropolitana, ma nei prodotti enoici può essere possibile riscontrare tracce di derivati animali.
Requisito indispensabile nella produzione del vino vegan, pertanto, è il divieto dell’utilizzo di qualsiasi tipo di derivato di origine animale, come l’albumina d’uovo, la caseina o i caseinati, l’ovoalbumina e la lisozima da uovo, che possono essere presenti nelle produzioni convenzionali, anche se vegetariane.
Nei vini si possono ritrovare, spesso, sostanze chiarificanti, per depurare e rendere meno torbido il prodotto finale: sono principalmente di origine animale, come l’albumina d’uovo, la caseina e i caseinati, la colla d’ossa, la colla di pesce, la gelatina.
Nella produzione di vini vegani è vietata l’aggiunta di qualsiasi derivato di origine animale in qualsiasi fase di produzione, quindi anche nel confezionamento e nell’uso delle colle per l’etichettatura.
Da un paio di anni a questa parte si sta avendo una crescita significativa di interesse e di certificazioni, ed i consumatori sono sempre più sensibili e attenti alle caratteristiche degli alimenti che consumano e, soprattutto, all’assenza di ingredienti che prevedono l’uccisione e lo sfruttamento di animali.

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