Lo sapevi che il Rum …

Il rum è distillato in oltre 80 paesi e le metodologie per produrlo utilizzano le tecniche più diverse, che coinvolgono il tipo di materia prima (melassa, succo, sciroppi), il tipo di fermentazione (spontanea o con lieviti) la distillazione (continua o discontinua), l’invecchiamento (botti di rovere, quercia, inox), il luogo d’invecchiamento (tropicale, continentale).
Da tutte queste combinazioni nascono tipi di rum del tutto diversi e difficilmente confrontabili
L’origine di questa moltitudine di tipi di rum può essere in parte ricondotta alla storia coloniale, che ha portato inglesi, francesi e spagnoli a colonizzare i Caraibi, dando vita a tre scuole di rum molto diverse per tecniche di distillazione
Ma sapevate che esiste una distinzione, basata sulla metodologia di produzione????
Parliamo in questo caso di rum commerciale, rum agricolo e rum tradizionale.
Per rum commerciale ci si riferisce alla scuola spagnola del rum, quella che ha fatto cambiare la storia di questo distillato trasformandolo dal drink dei marinai all’ingrediente preferito di molti dei più noti cocktail al mondo come il Mojito e il Daiquiri.
Gli spagnoli sono stati gli ultimi a iniziare a produrre rum ai Caraibi, e forse proprio per questo hanno approcciato questo distillato con un’ottica commerciale più spinta, riuscendo a far conoscere il rum in tutto il mondo.
Il merito spetta principalmente al catalano Facundo Bacardi, che giunto nel 1860 a Cuba decise di rivoluzionare il mondo del rum: per farlo si avvalse delle tecniche produttive tipiche dello Sherry spagnolo e dell’invenzione della colonna di distillazione continua, capace di produrre grandi quantità di rum in modo economico.
Il rum agricolo è un tipo di rum che invece si è sviluppato successivamente, negli anni 20 del ‘900 in Martinica, utilizzando al posto della melassa il succo di canna da zucchero.
La svolta che portò a distillare questa materia prima più costosa fu determinata dal crollo del mercato dello zucchero di canna, che avvenne proprio negli anni precedenti, rese infruttiferi gli zuccherifici e quindi ridusse la produzione della melassa cioè del residuo della produzione dello zucchero, utilizzata fino a quel momento per fare il rum.
Successivamente altri paesi come ad esempio Guadalupe, Guyana Francese e altri di origine francese hanno sviluppato questa tipologia di rhum agricole, ma l’unico rum agricolo che si può fregiare di una A.O.C (denominazione di origine controllata) è quello della Martinica. Esistono nel mondo anche altri produttori di rum agricolo,  come quelli dell’Isola di Madeira e quelli dell’ Isola della Riunione e di altre Isole dell’Oceano Indiano.
Infine, il rum che possiamo definire tradizionale è quello di origine inglese, il primo rum prodotto ufficialmente al mondo nell’isola di Barbados nel 1647.
Gli inglesi decisero di investire fortemente sul rum sui territori di tutte le loro colonie caraibiche, perché al contrario di spagnoli e francesi non disponevano di grandi quantitativi di distillati prodotti in patria, e quindi dovevano acquistarli dalle potenze avversarie.
Da questo deriva la scuola tradizionale del rum inglese sviluppata a cavallo del ‘700 nelle colonie caraibiche come Barbados, Giamaica, Guyana Inglese e successivamente anche in India.
La produzione era inizialmente rivolta ai marinai della Royal Navy che venivano dotati di un quantitativo quotidiano di rum (il Tot), poi successivamente, con l’affinarsi del distillato, il rum divenne anche molto apprezzato in patria.
Il rum tradizionale inglese è prodotto normalmente con la melassa di canna da zucchero, con lunghe fermentazioni naturali e l’utilizzo di alambicchi discontinui Pot Still.
Ad oggi, esistono ancora distillerie che fanno il rum tradizionale, proprio come si faceva 250 anni.

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