NEGRETTI, Piemonte

LA FILOSOFIA

Siamo nati e cresciuti in una terra che riserva inestimabili ricchezze.
Siamo nati e cresciuti in una terra che riserva inestimabili ricchezze. Non coglierne bellezza e generosità sarebbe stato quasi un fatto oltraggioso. Non solo. Siamo sangue di chi il sangue lo ha davvero versato prima di noi, affidandosi alla sola forza delle braccia, alle preghiere, all’imprevedibilità dei venti, dell’acqua dal cielo…
La vigna è l’Alfa e l’Omega del nostro viaggio. È partenza e arrivo. È ciò che amiamo e ci risulta molto difficile immaginare altri scenari, altri destini. La polvere della terra ci è entrata in circolo da bambini, riscaldata dal sole è come se ci avesse marchiati a fuoco.
Il vino è un potentissimo collante per l’umanità. Unisce le persone, intona e infiamma dibattiti, svela segreti, scava nel profondo. E accetta saggiamente di invecchiare.
Facciamo emozioni….o, se preferite, Barolo, Nebbiolo, Barbera e Chardonnay.
Per noi il vino non è soltanto mestiere. È una bellissima storia d’amore nata nei primi del Novecento tra i nostri bisnonni, Anin e Minot, passata poi nelle mani di Adriana, detta Dadà, e Giovanni, i nonni. Per arrivare ai nostri genitori, Maurizio e Graziella. E a noi dal nuovo Millennio. In ogni bottiglia è racchiuso un album di famiglia. Stapparla significa sfogliare una passione che profuma di antiche e nobili tradizioni con note di modernità dettate inesorabilmente dai tempi che cambiano. Consci di una potente eredità, sfruttiamo ciò che di meglio ci può offrire la tecnologia, sapendo quanto sia importante la mano che la guida.
Benché nell’arco dell’anno ci siano momenti cruciali, che possono fare di un’annata, un’ottima o una pessima annata, la dedizione al mestiere è totale, non conosce sosta. Perfino l’attesa, quella di un germoglio o della pioggia che magari tarda ad arrivare, comporta fatica. Una fatica che incrocia a metà strada, e fonde, due concetti molto diversi tra loro: da una parte la razionalità del calcolo millimetrico grazie allo studio e alle tecnologie a disposizione, dall’altra l’irrazionale speranza che tutto vada per il verso giusto.
I tempi che contano davvero sono quelli dettati dalla Natura. Bisogna esserci sempre. Rispondere quando “lei” chiama. Anche senza preavviso.

I VIGNETI

La Morra, patrimonio dell’Unesco ormai dal 2014. Ma questo, seppur motivo di grande orgoglio, è un riconoscimento che si ritrova ben spiegato in numerosi documenti. Se ne leggono motivazioni dettagliate ovunque. Noi siamo dell’idea che il suo incanto si sveli meglio dal vivo.
È una terra da “degustare” lentamente passo dopo passo. Senza fretta.
È una terra da penetrare con occhi attenti e gentili, nei suoi anfratti, nei suoi silenzi, nelle sue colline che sembrano ricoperte di sambuco se illuminate dalla luce del sole, domate se avvolte nella nebbia, impavide, sprezzanti del pericolo se sfidate dalla pioggia.
La Morra è quella provincia che fiera non si piega alle mode del momento, che non cerca identità metropolitane da mutuare, che, seppur identica a sé stessa da sempre, cristallizzata nella sua natura, non delude mai la curiosità di chi è in cerca di bellezza

 

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