Il Picolit … una gemma tutta friulana!

Il Picolit è un vitigno a bacca bianca, autoctono del Friuli e noto in tutto il mondo per lo splendido passito che si realizza con le sue uve. Il vitigno Picolit ha origini sconosciute, ma si sa per certo che sia molto antico e famoso nel Friuli, già nella Roma imperiale. Sin dal XVII secolo esistono testimonianze della bontà del vino dolce ottenuto con quest’uva da parte di numerosi personaggi storici tra cui Carlo Goldoni, che lo descriveva come una gemma preziosa. Fu il conte Fabio Asquini da Fagagna (1726-1818) che partendo da Venezia, a partire dal 1762, organizzò un redditizio commercio con il vino passito da Picolit in tutta Europa, da Londra a Parigi, da Amsterdam a Mosca, dalla Corte Imperiale di Vienna alla Corte Papale, proponendolo in alternativa al Tokaji ungherese.
Il successo fu talmente grande che subito iniziarono le contraffazioni e nell’arco di un decennio il prezzo aumentò a tal punto che il vino arrivò a costare quasi 40 volte rispetto ad un qualsiasi vino in commercio.  Il Picolit è però scarsamente produttivo e fu proprio l’aumentare dei volumi di vino richiesti dal mercato che ne provocò la caduta, anche a causa della filossera, che colpì il Friuli nel 1888, rischiò di farlo scomparire, come molti altri vitigni autoctoni friulani. Per queste ragioni la coltivazione di questo vitigno è diventata sempre più scarsa, scomparsa dal Veneto in cui si era diffusa, mentre rimane ancora radicata in Friuli nelle province di Udine e Gorizia. Il nome Picolit deriva quasi sicuramente dalle piccole dimensioni dell’acino e del grappolo e dalla scarsità di produzione, dovuta fra l’altro al fenomeno frequente dell’acinellatura o aborto floreale, che porta a molti aborti spontanei e naturali dei frutti. Le rese sono quindi scarse e incostanti, nonostante il buon vigore di cui il vitigno gode. Le rese limitatissime hanno però anche il vantaggio di produrre chicchi più dolci, con aromi intensi. Il Picolit viene spesso coltivato nei vigneti assieme al Verduzzo, al fine di ovviare, almeno in parte, al problema dell’acinellatura, incoraggiando l’impollinazione incrociata, ma questo comporta anche il rischio di mutazioni genetiche.
Dal 2006 vi è una DOCG ad esso dedicata, la Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG, che si trova in Provincia di Udine, vicino al confine con la Slovenia, in un territorio particolarmente vocato alla coltivazione della vite, con colline e pianure dalle esposizioni ottimali per i vigneti. La zona di produzione migliore è certamente quella di Rosazzo.
Il Picolit si presenta con grappoli di medie dimensioni, alati e di forma piramidale, scarsamente dotati di acini. Questi inoltre sono molto piccoli, con bucce verdi tendenti all’oro ricoperte da abbondante pruina. Germoglia precocemente, con maturazione a cavallo tra settembre e ottobre. Il Picolit viene vinificato in purezza, soprattutto per la vinificazione di ottimi vini dolci, ma in alcuni casi anche secchi.
I vini hanno colore giallo paglierino carico, con una complessa gamma olfattiva che va dai fiori di campo alla mandorla, con note fruttate di pesca e castagno  ed un palato strutturato ed elegante, con un bel corpo pieno. I chicchi molto dolci delle uve passite forniscono inoltre una notevole base alcolica, con può raggiungere naturalmente anche i 16 gradi, rendendolo anche un grande vino da meditazione e da dessert. Purtroppo la sua scarsa produzione lo rende un vino costoso, anche per la rarità con cui si trova in commercio

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