Le varietà autoctone e le tante specialità enogastronomiche della Campania

L’enologia della regione Campania si caratterizza da sempre per l’enorme ricchezza varietale delle viti coltivate sul territorio: si contano oltre 100 vitigni autoctoni, un numero che non ha pari in nessuna delle aree viticole del mondo, superando quello dell’intera Francia!!!
L’originalità dei vini regionali, dai profili aromatici fortemente riconoscibili, si deve proprio alla scelta ponderata da parte dei produttori nel corso del tempo di proteggere ed incentivare i vitigni locali.
Nello scorso ventennio, mentre tutte le regioni vitivinicole del mondo concentravano la propria attenzione sui vitigni “internazionali”, la Campania ha scoraggiato, e in alcuni casi vietato, l’impianto di vigne con vitigni internazionali, puntando invece sulle varietà indigene.
Le migliori bottiglie della regione sono da sempre prodotte con uve autoctone e questo è uno dei principali fattori di distinzione del distretto: sono vini per molti versi dal carattere unico, non riconducibile a modelli standardizzati e non facilmente replicabile, che suscitano un crescente interesse tra gli operatori e gli appassionati più curiosi.
Solo una piccolissima parte dell’incredibile serbatoio di biodiversità vinicola è stata studiata nel dettaglio da un punto di vista genetico, agronomico od organolettico; periodicamente su alcuni di questi vitigni pressoché sconosciuti nascono dei progetti con l’obiettivo di recuperarli e valorizzarli ben oltre i pochi filari in cui sono presenti.
Per questo il gruppo delle varietà campane “principali”, quelle maggiormente diffuse ed utilizzate dalle aziende produttrici, si arricchisce continuamente di nuovi protagonisti.
Oltre alla presenza di vitigni storici con una grande ricchezza varietale, la Campania si caratterizza per la molteplicità di ambienti vocati alla coltivazione della vite, ciascuno con connotazioni molto specifiche: in linea generale, è possibile distinguere un nucleo costiero, un nucleo vulcanico e un nucleo afferente alle aree interne.
Ogni zona ha selezionato nei secoli i propri vitigni, che nel tempo si sono perfettamente adattati alla geografia dei luoghi, entrando in completa sintonia con l’ambiente e il territorio. Alcuni vitigni, come nel caso dei caratteristici terrazzamenti delle Costiera Amalfitana e Sorrentina, e delle isole di Ischia, Capri e Procida, si sono adattati al mare e alla salsedine, dando origine ad alcuni dei vini più prestigiosi dell’enologia nazionale.
Altri vitigni si sono invece conformati ai terreni vulcanici, ricchi di ceneri e lapilli, nelle terre del Vesuvio, delle solfatare di Pozzuoli, degli Astroni, del vulcano Roccamonfina.
Nelle aree interne, caratterizzate da inverni più rigidi e piovosi, e da terreni per lo più argillosi, le “viti della terra” hanno generato vini di grande eleganza: nelle vigne interne, spiccano il Greco, da cui nasce il Greco di Tufo, e il Fiano, da cui deriva il Fiano di Avellino, entrambi DOCG dal 2003. Infine, la Falanghina che dona il suo nome alla DOC campana più diffusa “Falanghina del Sannio”.
Ma il vero “dominus” della vigna campana è l’Aglianico, un vitigno antichissimo, noto da tempo nel panorama internazionale, che ha originato vini di eccellente qualità: il Taurasi, in provincia di Avellino, primo tra i DOCG dell’Italia meridionale; l’Aglianico del Taburno, ultima tra le DOCG campane; il Falerno del Massico, dalle origini antichissime, e il Galluccio, in provincia di Caserta; ancora le varie altre tipologie della DOC Sannio, e il Cilento, in provincia di Salerno.
Fra i vitigni a bacca bianca autoctoni della Campania si ricordano l’Asprinio, la Falanghina, il Fiano, il Greco, la Coda di Volpe, il Pallagrello bianco, il Biancolella e la Forastera.
Tra i vitigni autoctoni a bacca nera, l’Aglianico, al quale si uniscono il Piedirosso (detto Per’e Palummo, ossia Piede di Colombo), lo Sciascinoso, il Pallagrello nero e il Casavecchia. Quest’ultimo vitigno, dimenticato per anni e recentemente riscoperto con ottimi risultati, è un’uva dalle eccellenti qualità capace di produrre vini rossi di estrema eleganza e riccamente colorati, avendo un contenuto in antociani superiore a quello dell’Aglianico.
La Barbera e il Sangiovese sono i vitigni più coltivati tra quelli non originari della regione.
La maggiore concentrazione di vigneti si registra nella provincia di Avellino, dalla quale provengono Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino e di Benevento, con la Sannio DOC e la Taburno DOC.
Tra le Denominazioni di Origine del vino in Campania, per molti anni l’imponente Taurasi DOCG era l’unico vino ad essere insignito della DOCG. Dal 2003 gli si è affiancato il Greco di Tufo DOCG e il Fiano di Avellino DOCG.
Nella regione si producono anche interessanti vini IGT, prodotti sia con uve autoctone, che internazionali.
Attualmente in Campania vi sono 4 DOCG, 2 per vini banchi e 2 per vini rossi e 14 DOC, affiancate da 10 IGT testimoniano la vocazione enoica della regione, con magnifici vigneti ai piedi del Vesuvio, nelle isole di Ischia (Ischia DOC) e Capri (Capri DOC), nella Penisola Sorrentina, (Penisola Sorrentina DOC),in provincia di Caserta (Falerno del Massico DOC), di Benevento (Aglianico del Taburno o Taburno DOCG, Colli del Sannio (Falanghina del Sannio DOC e Sannio DOC) e Valle Caudina.
In sintesi, 18 tra DOP e IGP, tra cui 4 solamente per l’Olio Extravergine di Oliva completano il quadro per i prodotti agroalimentari, tra cui è impossibile dimenticare la Mozzarella di Bufala Campana DOP, il Pomodoro di San Marzano DOP e il Limone di Costa d’Amalfi IGP.
La pizza napoletana e la pastiera sono certamente tra i piatti più famosi della cucina Campana.
Le origini della pizza sono incerte, ma pare che inizialmente fosse una pietanza per i poveri venduta per strada, mentre la pastiera napoletana è un dolce tipico del periodo pasquale con base di pasta frolla e ripieno di ricotta, frutti canditi, uova ed altri gustosi ingredienti.
La cucina campana ha comunque una vasta varietà di altri prodotti tipici, la ricotta di bufala, il limone della costa d’Amalfi, la pasta di Gragnano, le noci di Sorrento, i friarielli e il Limoncello.
Famosi anche i piatti tipici a base di pesci e crostacei, come l’anguilla marinata, l’impepata di cozze o gli spaghetti allo scoglio.
Tra i piatti a base di carne i paccheri al ragù, la minestra maritata oppure tra i piatti a base di verdure la parmigiana di melanzane, la caprese, gli gnocchi alla sorrentina.

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